L'antico cammino medioevale e la sua rilettura in chiave moderna

La parte iniziale del nostro cammino che va dall’originario insediamento di Levanto alla piana di San Rocco è facilmente riconoscibile. Basta seguire, a lato della loggia trecentesca, via Guani e immettersi su via Garibaldi fino ad arrivare all’antica porta di S.Martino, oggi sostituita da un moderno arco. Da qui la Via dei Monti proseguiva fino alla piana di San Rocco che a quel tempo si trovava in aperta campagna.

E’ difficile oggi ricostruire l’esatto percorso seguito in questo secondo tratto dal cammino a causa della moderna urbanizzazione e delle profonde modificazioni determinate dal torrente Ghiararo che scorre nelle vicinanze. Secondo lo studioso Giovanni Busco, levantese, a lungo collaboratore del professor Mannoni, in questo punto, dove è ancora presente un ponte ricostruito alla fine del Cinquecento, la Via dei Monti seguiva percorsi diversi, il più importante dei quali saliva a Montale, l’antica Ceula romana. Esisteva un’alternativa per raggiungere Bardellone, la montagna di Levanto, arrivando a Chiesanuova, borgo sorto ai lati di una via medioevale, che possedeva anche un ospitale. A questi due tracciati più importanti aggiungiamo quello che tocca il piccolo centro di Ridarolo e da qui prosegue fino ad incontrare la strada di Bardellone che linearmente attraversa la valle di Levanto, poco sotto il crinale dei modesti rilievi che dividono la Riviera dalla Val di Vara.

Queste testimonianze della viabilità storica che i Genovesi migliorarono nel tempo con la creazione di percorsi di fondovalle, sono la prova dei profondi e radicati rapporti commerciali fra Levanto e l’entroterra. Non sappiamo dove la via trecentesca attraversasse il torrente Ghiararo per inerpicarsi fino alla pieve di Ceula. Oggi l’urbanizzazione dell’intera area impedisce una lettura precisa del probabile punto di attraversamento del corso d’acqua che doveva con ogni probabilità trovarsi vicino all’ attuale località di San Gottardo, dove ha inizio la mulattiera di Piè dell’Erta che sale a Montale.

Superato questo antico borgo costituito da quattro distinti nuclei non prima di aver visitato il complesso monumentale di San Siro e arrivati a Vignana di Sopra e di Sotto, si prosegue in ripida salita fino al monte Piano, poco lontano da Foce Bardellone, per raggiungere prima la cappella Tadei al limite di un grande pianoro e successivamente Case Pistone dove inizia la discesa per Cà Vagine. Qui transita l’antico percorso per Cassana che segue oggi solo in parte l’originaria mulattiera.

E’ plausibile che il viandante avesse la possibilità di utilizzare altri tracciati alternativi per risalire la montagna più dolcemente, il primo toccando Sorlana, la chiesetta della Madonna di Loreto e Foce di Montale, base di partenza per il monte Piano. Per chi fosse diretto al valico del S.Nicolao per raggiungere il Genovesato e l’Appennino era necessario scendere sul torrente Malacqua e risalire in direzione di Mattarana.

Cà Vagine, antica stazione di posta e di cambio dei cavalli, ci introduce al lungo tratto, dapprima in leggera salita e poi in discesa, che conduce a Foce di Cassana oggi su sterrata ma un tempo utilizzando una mulattiera cancellata quasi completamente dalla viabilità moderna. La ricerca di un paese conosciuto come Cassana risulterà vana in quanto sotto questo toponimo sono ricompresi numerosi nuclei sparsi per lo più collocati sulla direttrice della Via dei Monti. La percorrenza medioevale è qui facilmente individuabile con la presenza dell’antico nucleo di Corneto costituito da una lunga fila di case raccolte attorno al carruggio principale che si snoda quasi rettilineo a ridosso di un modesto rilievo collinare. Dopo un tratto sulla via pubblica il tracciato prosegue all’interno del piccolo borgo di Chiesa con la interessante parrocchiale per perdere progressivamente quota fino all’ingresso nell’abitato di Borghetto di Vara dove incontra la statale Aurelia.

Il proseguo della Via dei Monti fino a Brugnato soffre purtroppo del profondo cambiamento apportato alla viabilità in epoca moderna e reso ancor più problematico a causa dei danni cagionati all’abitato di Borghetto di Vara dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. E’ scomparso quasi completamente il nucleo originario risalente al Trecento insieme ai resti dell’ospitale medioevale. Il percorso segue la strada asfaltata che ci accompagnerà fino a Brugnato non prima di essere transitati accanto ai resti dell’antico ponte conosciuto come “romano” di cui sono visibili alcune imponenti arcate.

Brugnato, sede dell’antica diocesi creata nel 1133, conserva numerosi monumenti di particolare pregio, a partire dalla cattedrale romanica costruita su due preesistenti costruzioni religiose.

Il museo diocesano è ospitato all’interno della antica sede vescovile e raccoglie pregevole documentazione nelle varie stanze visitabili. Nella parte inferiore resti dell’originario monastero. Tratti delle mura sono visibili in piazza iLdebranda dove il cammino della Via dei Monti lascia Brugnato per dirigersi verso la montagna. Poco fuori l’abitato un antico sentiero conosciuto come Reigada risale verso Serò dapprima in un’area boscata e successivamente coltivata a terrazze. Attraversato il borgo un sentiero sostituisce il breve tratto in asfalto e in leggera salita arriva a Pieve di Zignago, sede comunale. Il percorso, aggirando il monte Dragnone, arriva alla sella del monte Castellaro e da qui prosegue in direzione dell’Alta Via dei Monti Liguri, dapprima su asfalto e successivamente su sterrata che discende in direzione della valle di Rossano.

Due antichi ponti in pietra ci introducono all’abitato di Valle e da qui, proseguendo per Chiesa e Castoglio, raggiungibile attraverso un sentiero nel bosco. Da qui si arriva a Piagna con il suo caratteristico borgo fortificato per risalire al passo di Pradadilara dal quale si gode l’Alta Lunigiana e le cime dell’Appennino.

Il primo paese che si incontra a scendere è Torrano che si attraversa seguendo alcuni camminamenti voltati. Non lontano sul torrente Gordana Cavezzana ci introduce alla parte finale del percorso. A pochi chilometri gli stretti di Giaredo meritano una visita con le guide di Sigeric.

L’ultimo tratto del nostro cammino è su asfalto. Si entra a Pontremoli attraverso l’antico ponte del Casotto. Poco più avanti, dopo la torre di Imoborgo, la Via dei Monti incontra la Francigena seguendo un percorso comune fino all’estremità meridionale della città. La chiesa di S.Pietro in Confluentu, per alcuni secoli prioria della Diocesi di Brugnato, rappresenta il punto di arrivo o partenza della Via dei Monti